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E’ vero: l’argomento di questo post dovrebbe essere legato all’aspettativa di un futuro sereno, dovrebbe essere connotato da una sfumatura piacevole. Purtroppo non è così: sarà per la distanza siderale che ci separa dal traguardo, sarà per il magro bottino a cui siamo destinati dopo quaranta e passa anni di lavoro ma è certo che affrontare il tema “pensioni” oggi non affascina più molto. Anzi. Pensione
Da diverso tempo si parla delle famose buste arancioni, spedite a decine di migliaia di persone questa primavera: all’interno c’è scritta la nostra storia contributiva, che riassume i dati salienti attraverso cui l’INPS ipotizza ci verrà liquidata un giorno (lontano) la pensione. Se non aveste ricevuto la busta (e foste dell’umore giusto per non rischiare di intristirvi) vi spiego come potete fare a sapere quale ammontare dovrebbe spettarvi al termine della vita lavorativa.
Accesso al sito INPS e procedura per simulare l’importo
Recandoci sul sito dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, notiamo subito (in altro a sinistra) il riquadro arancione dal titolo ad effetto: “La mia pensione: progettare il futuro”. In poche righe ci viene spiegato in che cosa consiste la simulazione e da quali dati prende spunto.
Al solito, clicchiamo su “Accedi al servizio” e scegliamo con quale modalità farlo (PIN, CNS, SPID). Come sempre io scelgo CNS.
Confermata l’esattezza del certificato ed inserito il PIN di 5 cifre entriamo nel portale. In un paio di schermate ci vengono fornite nuove informazioni sul procedimento: prima di andare avanti occorre flaggare la voce “Per proseguire dichiaro di aver preso visione dell’informativa”.
La videata successiva è molto interessante, perchè all’interno di essa possiamo trovare il nostro estratto conto contributivo: dal database INPS verranno estrapolati e quindi visualizzati tutti i nostri versamenti previdenziali.
Anche qui occorre flaggare la dicitura “Dichiaro di aver preso visione della situazione contributiva attuale e di essere consapevole che eventuali errori nell’estratto conto si potranno ripercuotere sul risultato della simulazione. Senza la selezione sarà impossibile proseguire”.
Nel passaggio seguente ci viene chiesto di inserire l’importo lordo che stiamo percependo (o che prevediamo di percepire) nel corso dell’anno: questo dato serve al sito per ipotizzare in maniere verosimile l’incremento reddituale che accompagnerà fisiologicamente la nostra anzianità lavorativa.
Ed ecco, dulcis in fundo, “La mia pensione”: sullo schermo comparirà il risultato della simulazione, informandoci di quando potremo ritirarci dal mondo del lavoro (i deboli di cuore evitino!), l’ipotetico importo della pensione che percepiremo, l’altrettanto ipotetico calcolo dell’ultima busta paga e il rapporto tra questi due dati (chiamato “Tasso di sostituzione lordo”).
In basso a destra, infine, cliccando sul pulsante “Simulazione avanzata” potremo fornire un quadro maggiormente dettagliato ed avere un riscontro più preciso. Ci chiediamo però: ne varrà la pena?
Considerazioni conclusive
La storia recente del paese (gli ultimi 30/40 anni) ci ha regalato tanti di quegli stravolgimenti che – onestamente – credo si possa dire inutile una programmazione che vada più in là dell’arco temporale di 12-24 mesi: negli spumeggianti anni ’80 alcuni (molti?) son potuti andare in pensione fra i 30 e i 40 con 15 anni di contributi, ed oggi si chiede di lavorare sino a 67-70.
Il suggerimento che mi permetto dunque di darvi è quello di progettare autonomamente il vostro futuro senza riporre troppe aspettative nel sistema, godendo del tempo che riuscite a ritagliarvi dal lavoro, investendo (non solo in termini economici ma soprattutto dal punto di vista esperienziale) e amministrando le vostre risorse con oculatezza. Per il resto ci toccherà aspettare, così da vedere di che colore saranno le prossime buste…
SENEX
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Sara
L’articolo è molto ben fatto, ma l’argomento fa venire una tristezza…
senex
Sara, noi ci facciamo solo portavoce di situazioni contingenti. In ogni caso ti ringrazio per i complimenti.