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riduzione unità oraria minuti persi
A causa dell’emergenza Covid e dello stravolgimento che essa ha portato nell’organizzazione didattica, moltissime scuole lungo tutto lo Stivale stanno adottando per il proprio orario una flessibilità che riduce la durata di ciascuna lezione a 50 minuti.
E’ però importante sottolineare un distinguo fondamentale riguardante la motivazione che ha portato a tale intervento (sia essa di natura “didattica” o “non didattica” ).
Perché le scuole si sono riorganizzate stabilendo un orario fatto di lezioni da 50 minuti?
Perché necessitavano di riprogettare l’offerta formativa in accordo alle norme anti-Covid, che prevedono – ad esempio – entrate ed uscite differenziate e la frequente igienizzazione dei locali da parte del personale ATA.
Riduzione unità oraria: in accordo a quale necessità è stata deliberata?
allora recupero le ore di lezione?
CASO 1 – Delibera “non didattica” (o tecnica)
Nel primo caso la riduzione viene deliberata del Consiglio d’Istituto o di Circolo per motivi appunto “tecnici” o comunque non afferenti alla didattica (legati per esempio al servizio mensa, ai trasporti o alla contingente emergenza sanitaria): in tale circostanza non vi è obbligo di recupero dei minuti “persi”.
Riferimenti normativi:
Riduzione unità oraria
CASO 2 – Delibera “didattica”
Nel secondo caso invece la riduzione viene deliberata dal Collegio Docenti per motivi “didattici”, e pertanto “comporta il recupero nell’ambito delle attività didattiche programmate dall’istituzione scolastica”.
E’ doveroso però sottolineare che tale norma fa riferimento solo alla prima e all’ultima ora di lezione, quindi una situazione diversa da quella che ci stiamo trovando a vivere (nella quale tutte le unità orarie vengono accorciate a 50 minuti).
Riferimenti normativi:
Lezione in presenza o in DAD/DDI
La situazione è confusa, anche perché a seconda della regione o dell’ordine di scuola c’è chi lavora in presenza e chi in DAD (o DDI, la forma mista che prevede taluni studenti in aula ed altri collegati da remoto), e quindi molti istituti si stanno muovendo in autonomia nella richiesta di recuperare quanto “perso” sui canonici 60 minuti (per una cattedra piena nella Secondaria si tratta dunque di 3 ore settimanali).
Un’ulteriore criticità si pone poi quando la didattica viene “somministrata” tramite videoterminale, perché in tal caso vi è un chiaro riferimento legislativo (Dlgs 81/2008 art. 175) che prevede una pausa di 15 minuti ogni due ore trascorse davanti allo schermo.
A questo punto, infine, si deve considerare quanto previsto dalle Linee Guida del Decreto del Ministro dell’Istruzione 89/2020, il quale garantisce a ciascuna istituzione scolastica la libertà di scegliere in che modo “compensare” (attraverso ore di attività asincrona, ad esempio, che vadano a garantire per ogni singola materia il monte orario previsto annualmente).
In attesa di chiarimenti da parte del MI
E’ evidente, in ultima analisi, che riguardo la riduzione oraria delle lezioni la situazione permane frammentata: alle scuole è insomma demandata la più ampia discrezionalità di scelta.
Non resta altro da fare che attendere il Ministero dell’Istruzione si decida a chiarire – preferibilmente mediante una nota ufficiale – come sia corretto agire, così da uniformare il panorama sull’intero territorio nazionale.
SENEX
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