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too good to go

Anche in considerazione dei nuovi (e precari) equilibri in cui ci siamo ritrovati negli ultimi anni, sono sempre più le persone (produttori, commercianti o consumatori finali) che si preoccupano di non sprecare il cibo: di recente si sono dunque fatte strada molteplici iniziative volte a non buttare via in maniera indiscriminata gli alimenti prossimi alla scadenza.

Fra le tante, oggi vogliamo parlarvi di una app nata in Danimarca nel 2015 e approdata nel nostro Paese quattro anni più tardi: “Too Good To Go”.

Che cos’è “Too Good To Go”

“Too Good To Go” è una piattaforma pensata per i cosiddetti “Waste Warriors”, ossia coloro che combattono affinché non venga sprecato quanto prodotto dalla filiera: perché, va ricordato, gettare il cibo vuol dire anche sperperare tutto ciò che è servito a produrlo – energia, acqua, lavoro etc – senza contare l’inquinamento generato dalla stessa.

Secondo stime recenti, in Italia vengono buttati ogni anno oltre 2 milioni di tonnellate di generi alimentari (sono grossomodo 30kg a famiglia!): una vergogna, pur potendoci consolare del fatto che diverse nazioni si comportano persino peggio… 🤐

Il primo passo: scaricare l’app e impostare le preferenze

Per diventare parte attiva in questo progetto occorre innanzitutto scaricare l’app, disponibile sia per i sistemi Android che iOS.

Dopo una veloce registrazione ci verrà chiesto di attivare la geolocalizzazione, così da poter visualizzare tutti i locali – supermercati, panetterie, pasticcerie, ortofrutta, bar e così via – che aderiscono all’iniziativa e si trovano entro un certo chilometraggio.

Ad onor del vero, è possibile impostare una zona di interesse anche senza comunicare la propria posizione… 😉

Una volta operativi è possibile settare diversi parametri, fra i quali la distanza entro cui “cercare” (visualizzando così solo le realtà che si trovano entro un tot di km), le categorie di interesse (pasti pronti, prodotti da forno, alimentari, altro) e la fascia oraria per il ritiro (tutto il giorno o in momenti prestabiliti).

Se seguite diete particolari, nessun timore: l’app permette di filtrare i risultati anche sulla base di specifiche preferenze alimentari…

Prenotare e ritirare la Magic Box

Quando un esercizio commerciale iscritto a “Too good to go” si ritrova con del fresco in scadenza o dell’invenduto può pertanto decidere di mettere a disposizione una o più “Magic Box” determinando il prezzo (di solito compreso fra 2,99€ e 4,99€) e l’orario.

Che cos’è la “Magic Box”

La “Magic Box” indica il packaging nel quale si riceve il prodotto acquistato: l’aggettivo vuole sottolineare che fino al momento della consegna non si potrà conoscerne il contenuto.

Una volta aperta e verificata la convenienza sarà ovviamente possibile lasciare un giudizio, e ciò non potrà che “stimolare” la preparazione di confezioni che gratifichino il consumatore (pena il farsi una pessima pubblicità, col rischio di perdere anche la clientela “tradizionale”).

Se l’idea vi stuzzica dovrete quindi effettuare la prenotazione: vi ricordiamo che alcune realtà hanno poche “Magic” ed un numero elevato di aficionados, per cui occorre essere molto rapidi col touch screen dello smartphone.

Per quanto concerne il pagamento, questo può avvenire solamente tramite app e mediante pagamento elettronico (carte di credito, G-Pay, PayPal, voucher). Niente contanti, dunque.

Una volta andata a buon fine la transazione non resta che recarsi all’orario prestabilito presso il punto vendita, dove si dovrà mostrare la prenotazione registrata nell’app e confermare il ritiro.

Un progetto in continua espansione

Le realtà commerciali che grazie a “Too good to go” hanno ridotto gli invenduti e si sono fatte un’ottima pubblicità tramite i feedback dei clienti sono numerose – al momento in Italia se ne contano oltre 22mila! – e in continua espansione: per chi fosse interessato, il form di iscrizione è reperibile all’indirizzo toogoodtogo.business.

Personalmente utilizziamo l’app sin dal suo arrivo in Italia, e non possiamo che dirci soddisfatti: oltre all’evidente risparmio in termini economici, abbiamo avuto modo di conoscere realtà di eccellenza e al tempo stesso di contribuire a combattere la triste piaga dello spreco alimentare.