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ASSEGNO DI RICOLLOCAZIONE – AGGIORNAMENTO 2018

Dopo aver affrontato nel dettaglio la questione NASpI, torniamo oggi a parlare di politiche occupazionali raccontandovi dell’assegno di «ricollocazione»: introdotto col decreto n. 150/2015 – noto ai più col nome di “Jobs Act”, è uno strumento di sostegno al lavoro già sperimentato lo scorso anno, e che dal 14 maggio 2018 entra a regime in accordo alla delibera Delibera Anpal n° 3/2018.

Nelle intenzioni del legislatore l’assegno di ricollocazione vuol essere un nuovo modo di pensare all’aiuto dei soggetti in difficoltà, poiché affianca al classico dispositivo “strettamente reddituale” lo sforzo di ricollocare lavorativamente (e socialmente) i beneficiari.

assegno di ricollocazione

Come funziona (e quali sono gli importi previsti)

L’assegno di ricollocazione prevede che al destinatario venga offerto un servizio di assistenza presso i Centri per l’impiego (o presso uno degli altri operatori autorizzati) volto ad un nuovo inserimento nel mondo del lavoro: ogni partecipante avrà a disposizione un tutor con cui stilare un bilancio delle competenze e definire un eventuale percorso di riqualificazione.

Gli importi sono parametrati sulla cosiddetta “occupabilità” (maggiore si prospetta la difficoltà nel reinserimento, maggiore sarà l’importo dell’assegno) e possono essere così schematizzati:

assegno di ricollocazione

Va chiarito però che questo denaro non andrà al disoccupato, ma a quegli intermediari (CPI, agenzia private, consulenti) capaci di fargli firmare una nuova lettera di assunzione entro 6 o al massimo 12 mesi. E che, ovviamente, l’importo sarà riconosciuto solo “a giochi fatti”.

A chi è rivolto e come richiederlo

Le categorie cui è destinato tale provvedimento sono:

  • Disoccupati che percepiscono il sussidio NASpI da almeno 4 mesi
  • Beneficiari del cosiddetto “Reddito di Inclusione” per i quali il progetto personalizzato preveda la stipula del patto di servizio.
  • Lavoratori coinvolti nell’accordo di ricollocazione di cui all’articolo 24-bis del decreto legislativo n. 148/2015 (CIGS o “Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria”).

Chi rientra nelle suddette categorie può richiedere l’assegno di ricollocazione tramite il sito ANPAL, presso il Centro per l’Impiego dove è stato sottoscritto il PSP (Patto di Servizio Personalizzato) o avvalendosi dell’aiuto di un patronato convenzionato con ANPAL.

NB Nessuno è obbligato a presentare la domanda, ma se si rifiutasse un’offerta «congrua» (definita dall’articolo n°25 del D.Lgs. 150/2015, clicca qui per leggerne il testo) si corre infatti il rischio di vedere ridotto o persino azzerato l’importo della NASpI (secondo i “meccanismi di condizionalità”, articolo n°21 commi 7 e 8 del D.Lgs. 150/2015).

Per avere maggiori informazioni potete scrivere all’indirizzo info@anpal.gov.it o contattare il numero verde 800.000.039 (dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18).

CLICCA QUI PER SCARICARE L’INFOGRAFICA UFFICIALE ANPAL
CLICCA QUI PER SCARICARE IL MANUALE OPERATIVO ANPAL

 

Le speranze del legislatore

Il legislatore ha riposto molta fiducia nello strumento, e si augura questo solleciti realmente i disoccupati a reinserirsi nel mondo del lavoro, piuttosto di restare “parcheggiati” in una condizione che in ogni caso garantisce – seppur temporaneamente – l’accesso ai cosiddetti “ammortizzatori sociali”.

SENEX

© Senex 2017 – Riproduzione riservata


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    L’assegno di ricollocazione è entrato a regime, e nelle intenzioni del legislatore aiuterà numerosi disoccupati nella ricerca di un nuovo lavoro.