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All’interno delle mille sfaccettature che compongono il mondo della scuola, una delle categorie più bistrattate è certamente quella degli insegnanti di “terza fascia”: da sempre indispensabili per il funzionamento dell’intero apparato, i non abilitati vengono però considerati alla stregua di tappabuchi utili nel sopperire ai limiti che ogni riforma scolastica porta con sè, ma senza (quasi) alcuna rappresentanza o tutela contrattuale. riPASsiamo
Uno degli articoli più del letti su senex.it è stato quello in cui veniva spiegato agli insegnanti “non di ruolo” come richiedere, comodamente da casa, il sussidio di disoccupazione NASpI, utile a garantire un’entrata a tutte quelle figure che, anno dopo anno e nel migliore dei casi, dal 1 luglio a settembre inoltrato rimangono disoccupate. Il contatore del sito sfiora la cifra di 50mila letture, e questo è dimostrazione che sono davvero molti coloro che stazionano in un limbo fatto di incertezze e di aspettative che vengono molto spesso deluse.
Le ragioni di un’istanza
I docenti precari di terza fascia sembrano ormai abbandonati a se stessi dalle numerose voci che invece potrebbero (e, probabilmente, dovrebbero) farne sentire con vigore le ragioni: perchè nella maggior parte dei casi si tratta di persone che insegnano da molti anni (ci sono docenti che hanno accumulato punteggi da far impallidire chiunque) e che puntualmente si vedono scavalcare dagli ultimi arrivati. La situazione paradossale è che all’inizio di ogni anno scolastico c’è sempre qualche categoria – più “gradita” alla politica o ai sindacati – che ottiene il ruolo senza aver magari mai messo piede in un’aula (se non come studente).
Come se un concorso o un’abilitazione fossero in grado di trasmettere quella capacità, sottile e indefinibile, che fa invece la differenza tra un insegnante capace o meno: a chi bazzica nella scuola è capitato spesso di vedere giovani (sicuramente preparati) in seria difficoltà nel gestire tutte le sfumature che non afferiscono alla didattica in senso stretto. L’esperienza fa molto, ed è veramente sbagliato dimenticarsi di chi quelle capacità le ha dimostrate – ripetutamente – sul campo.
Il gruppo RiPASsiamo
Nato nel 2014, il gruppo RiPASsiamo cerca invece di dare visibilità a tutti quei docenti che, per un motivo o per l’altro, pur avendo molti anni di lavoro alle spalle non hanno mai conseguito l’abilitazione. I proclami della politica, che da tempo sembra paventare la totale eliminazione di una categoria essenziale per l’esistenza stessa della scuola italiana, hanno sollecitato alcuni insegnanti a mettersi in gioco in prima persona per chiedere a gran voce l’istituzione di nuovi PAS o Percorsi Abilitanti Speciali: per i non addetti ai lavori, si tratta di corsi aperti a chi abbia almeno 36 mesi di anzianità di servizio che garantiscono l’accesso alla cosiddetta “seconda fascia” (quella che, quantomeno, dovrebbe consentire di partecipare ai concorsi che verranno indetti in futuro).
Il gruppo RiPASsiamo è guidato da una combattiva docente di lingua inglese, la professoressa Elisabetta Zanchi, che insieme ad alcuni colleghi nella sua stessa situazione ha aperto una pagina Facebook per sostenere le proprie ragioni: quella pagina, aggiornata quotidianamente e molto attiva, ad oggi conta quasi 3000 iscritti, ma confidiamo siano molti di più coloro i quali si sentono coinvolti nel dover portare avanti questa battaglia.
L’intervista a Elisabetta Zanchi
Gent.ma Elisabetta, buongiorno. Ci parli di RiPASsiamo: come è nata l’idea e da chi è composto il suo team?
L’idea è nata a settembre 2014, esattamente due anni fa, all’uscita (molto problematica) dell’ultimo TFA: era in corso il secondo anno PAS e pensavamo di riuscire ad agganciarci anche noi ma… senza nessun esito! All’inizio eravamo in due amministratori, poi l’altra ha superato il TFA e si è sganciata; ora siamo in quattro, da varie parti d’Italia e appartenenti a classi di concorso diverse, così da avere una visione il più possibile globale del mondo della scuola.
Attraverso quali canali vi state muovendo? C’è qualcuno che ascolta il vostro malcontento, per esempio i politici?
Ci siamo mossi tramite vari canali, sia coinvolgendo i media che interpellando politici: politici di ogni schieramento, si badi bene, perchè il nostro gruppo – malgrado le maldicenze – non appoggia nessuno. Purtroppo tutti ascoltano ma nessuno sembra muoversi! L’unico a fare qualcosa è stato ed è l’ex senatore Pittoni, che come per il primo PAS crede fortemente in noi e nella nostra causa; in questo momento si sta muovendo qualcosa anche nella minoranza PD per merito dell’onorevole Speranza.
E le altre realtà legate alla scuola, i sindacati, che fanno?
I sindacati? Noi non esistiamo, sembriamo invisibili per tutti, figuriamoci per i sindacati: pare che curino gli interessi dei soli iscritti, quindi dei docenti di ruolo…
Ci spieghi perchè i vostri diritti non valgono meno di quelli degli altri precari: siete realmente indispensabili per far funzionare il sistema?
Noi siamo il fulcro della scuola, il sistema portante!!! Senza di noi le scuole sono bloccate perchè noi siamo intercambiabili, malpagati, ossequiosi e silenziosi ma… adesso abbiamo detto basta: è giusto che ci venga dato ciò che ci spetta, cioè l’abilitazione (che secondo l’Europa già ci è dovuta); in caso contrario ci vedremo costretti ad intraprendere una guerra di carte bollate!
Gli iscritti (numerosissimi) alla vostra pagina Facebook come vivono questa incertezza? Si sentono tutelati o, piuttosto, temono un repentino peggioramento della propria situazione?
Io per prima non mi sento tutelata: per questo motivo studio a fondo la normativa, e chiamo ripetutamente USP e scuole varie per avere risposte adeguate alla situazione… peggio di così non penso che andremo…
Probabilmente però, coloro che si trovano nella condizione da voi descritta sono molti di più: quali strumenti pensate di usare per compattare questo piccolo “esercito” e cercare di ottenere quanto legittimamente richiesto?
Io non ho fatto molta pubblicità al gruppo, è vero, ma ho notato che dopo il mio sono nati altri gruppi di docenti di Terza Fascia, alcuni dei quali decisamente “naive”: avere un riferimento anche in senex.it sarà il modo di far crescere il nostro “esercito”… avanti tutta!
Che aspettative ha per il prossimo futuro? Sembra ci si trovi quasi ad un bivio, vivere o morire…
Vivere, assolutamente vivere… noi siamo come in guerra!!! Abbiamo provato le vie politiche, molto tortuose, ma in Italia purtroppo vince la carta bollata e ora la palla è passata ai legali che stanno studiando il ricorso TAR, aspettando l’uscita del TFA o l’aggiornamento delle graduatorie 2017. Il ricorso radunerà due gruppi: docenti con servizio con laurea conseguita prima del 2001 e docenti con servizio con laurea conseguita dopo il 2001.
SENEX
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