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non vedenti
Quando l’abitudine prende il sopravvento, anche aspetti molto importanti sembrano diventare scontati: non è una colpa, ma una debolezza umana piuttosto diffusa che spesso fa dimenticare le fortune che si hanno (rendendone al contempo molto dolorosa la scoperta quando queste si perdono). non vedenti
In accordo a tale pensiero la nostra società, quella che siamo soliti definire “dell’immagine”, si dimentica facilmente di chi non ha la fortuna di poter percepire un mondo di colori e di forme affascinanti: i non vedenti, che nel mondo ammontano a 285 milioni (in Italia si parla di circa 1 milione e mezzo di individui, fra ciechi assoluti e ipovedenti). In un contesto dove gli altri sensi si sono dovuti inchinare allo strapotere della vista, diversi gesti che consideriamo ovvi e banali rappresentano per alcuni percorsi irti di ostacoli (talvolta assolutamente impraticabili). Anche la navigazione Internet.
Disabilità visiva e web surfing
Per quasi tutti il cellulare è ormai appendice irrinunciabile: le statistiche indicano che gli italiani lo consultano centinaia di volte al giorno, nella maggior parte dei casi per controllare i messaggi di Whatsapp o per navigare in Rete. Per un non vedente, invece, anche consultare un sito web può diventare una fatica: nonostante la legge “Stanca” del 2004 abbia garantito notevoli passi in avanti, ancora oggi l’utilizzo dei new media sembra un percorso in salita. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Fornaro, referente del gruppo OSI – Osservatorio Siti Internet della “Unione Italiana Ciechi“.
L’intervista con Giuseppe Fornaro
Giuseppe, buongiorno. Qual è il rapporto che non vedenti e ipovedenti hanno con le tecnologie informatiche?
Direi molto buoni: per noi accessibilità significa riappropriarci di molte cose che prima dell’avvento delle nuove tecnologie venivano puntualmente demandate ad altri. Con un computer connesso davanti a noi si apre un intero universo: si possono fare acquisti on-line, intrattenere rapporti con la banca, accedere alle notizie o a qualunque database, eseguire ricerche e, importantissimo, intrattenere rapporti interpersonali fondamentali per la socializzazione senza la necessità di spostarsi da casa. Con tutti i problemi, non dimentichiamocelo, che gli spostamenti hanno sempre comportato per un disabile visivo.
E i cosiddetti “normodotati” che ne pensano?
La gente comune non sa quanti progressi siano stati fatti: ancora oggi in tanti si stupiscono nel sentire che anche noi usiamo il computer o navighiamo su Internet. Purtroppo però, a meravigliarsi spesso sono anche gli addetti ai lavori, compresi webmaster e webdesigner.
Mi sembra di capire che i siti non sono sempre alla vostra portata: ci può spiegare come fate a fruire della Rete?
Per prima cosa occorre sapere che i non vedenti usano delle tecnologie dette “assistive” (degli strumenti insomma, che sopperiscono al deficit visivo, ndr). Tra essi il ruolo chiave lo svolge lo screen-reader, un software che interpreta la pagina graficamente e invia tutto quanto leggibile sul monitor alla sintesi vocale (che lo trasforma in voce) e al display braille (che lo trasforma in scrittura braille, leggibile con le mani, su cellette piezo-meccaniche).
E quindi, dove sta il problema?
Il problema è che quando non si rispettano le regole di accessibilità tali strumenti non riescono a fornire fedelmente tutte le informazioni: queste talvolta vengono ignorate (parzialmente o – nei casi più gravi – totalmente), impedendo al non vedente la fruizione di tale risorsa; capita spesso, purtroppo, che ci si imbatta in pagine web programmate di modo da non essere nemmeno aperte dalle nostre tecnologie assistive. Internet insomma non è per noi una realtà, ma un grosso punto interrogativo che si ci para davanti ad ogni accesso. Per fare in modo che lo screen-reader funzioni correttamente fornendo esattamente tutto quello che è presente sul monitor, il sito deve essere costruito in modo tale che l’interpretazione di tutte le informazioni avvenga in maniera fedele, senza perdere nulla di quello che il sito contiene; in caso contrario, nella migliore delle ipotesi il navigatore non vedente perderà l’orientamento, ma il più delle volte non potrà accedere al sito.
Quali sono i suggerimenti che, quindi, si sente di dare ai responsabili dei siti web?
Per semplificargli la vita credo sia buona cosa dire subito che cosa ci impedisce di usufruire dei contenuti: si tenga conto, però, che solo la verifica pratica può dare la certezza che su una pagina non esistono problemi. Eccovi dunque un elenco delle principali attenzioni che vanno poste.
Come costruire un sito “a misura di non vedente”
Su indicazione di Giuseppe, forniamo qui un veloce decalogo delle principali attenzioni da porre nella costruzione di un sito che sia “a misura di non vedente”.
1) Etichettare le immagini in maniera comprensibile, avendo cura di inserire il tag “Long Desk” per descrizioni più corpose;
2) Immettere del testo alternativo nell’apposito attributo del tag IMG (ALT=”testo descrittivo”) qualora si utilizzino elementi grafici nei link;
3) Non utilizzare tecnologie flash: gli screen reader meno recenti e i browser testuali non riescono ad interpretare questo tipo di tecnologia, mentre gli ultimi la interpretano male;
4) Non utilizzare tabelle nidificate qualora si vogliano visualizzare elenchi o dati;
5) Non strutturare il sito in “frame” (gli screen reader testuali non li interpretano correttamente);
6) Fare in modo che tutti i comandi del sito – siano essi di navigazione o per attivare procedure – possano essere gestiti da tastiera;
7) Non utilizzare Javascript o altri tipi di script: con i browser testuali (o se l’utente decide di disattivarli per sicurezza) si impedisce di usufruire di tutto quello che tali script veicolano;
8) Inserire i tag per l’interpretazione della lingua: gli ultimi screen reader sono capaci di leggere nella lingua impostata;
9) Evitare di usare troppe “accesskey” (tasti di accesso rapido, ndr): questo comando va inserito essenzialmente solo per i link principali (quali home page, mappa e motore di ricerca);
10) Inserire i significati espliciti di abbreviazioni ed acronimi (gli ultimi screen-reader sono in grado di interpretarli senza difficoltà).
Questi sono i principali accorgimenti che permettono ad un non vedente di poter usufruire dei contenuti di un sito in una maniera sufficientemente gratificante. Esistono anche software capaci di verificare l’accessibilità di una pagina web ma, come si diceva prima, la certezza che un sito sia veramente accessibile si può avere solo attraverso la validazione umana.
Un piccolo “mea culpa”
Terminato questo interessantissimo confronto con Giuseppe, ci rendiamo conto di quanto poco si sappia sulle difficoltà che un non vedente affronta ogni giorno: persino per qualcosa che ormai tutti consideriamo immediato e semplice come navigare in Rete.
Anche a noi, in ultimo, tocca fare un piccolo “mea culpa”: spesso – scioccamente – abbiamo tralasciato di etichettare le immagini, confidando che tutti le potessero vedere e quindi interpretare senza alcuna fatica (promettiamo di rimediare non appena possibile!). Siamo comunque consapevoli che questa “pecca” rappresenta esclusivamente la punta dell’iceberg, perchè solo Giuseppe o qualche altra persona nella sua condizione ci può dire se senex.it è un sito pensato veramente per tutti.
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Sandra
Complimenti Senex. Mi dà sincero piacere trovare articoli che ci ricordano quanto siamo fortunati. Speriamo che lo leggano molti di quelli che costruiscono siti. Sandra