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Ci sono memorie d’infanzia che si sedimentano indelebilmente nel cuore di ciascuno, e basta un attimo per ripristinarne un vivido ricordo: è il caso dei cartoni animati giapponesi, che verso la fine degli anni ’70 “invasero” il nostro Paese conquistando un’intera platea di giovani e giovanissimi. Fabrizio Spaggiari
A tanti “under 40” certi nomi non dicono quasi nulla, ma chi è più “vecchietto” non potrà non commuoversi almeno un po’ ripensando a quando su una tv fortemente diversa da quella odierna (ancora nel 1976 i canali a disposizione erano solamente il primo e il secondo della Rai) fecero la propria comparsa – in ordine sparso – i vari UFO Robot, Heidi, Lupin, Daitarn, Candy Candy, Lady Oscar e così via.
Courtesy of Simone Tagliaferri (flickr.com/photos/simone_tagliaferri)
Il potere evocativo della musica
Ormai lontani nel tempo, storie e personaggi sbiadiscono nelle menti sovraffollate degli adulti di oggi: non è così, però, per quanto riguarda le sigle di tali anime (termine talvolta impropriamente usato per indicare l’intera produzione di cartoni animati giapponesi, senza alcun distinguo) che continuano a rinnovare emozioni con il solo accenno di poche note.
In Rete abbondando ormai le fonti attraverso le quali recuperare musiche e filmati: nonostante l’avversione della cultura mainstream, che a partire dagli anni ’80 li volle etichettare come prodotti mediocri, oggi un numero sempre maggiore di realtà scientifiche ed accademiche dedica loro studi e ricerche, riscoprendone un pieno valore sociologico e culturale: ormai considerati un vero e proprio topos letterario, hanno permeato profondamente la cultura “sottile” e l’immaginario collettivo di un’intera generazione.
In tale contesto non è difficile capire perché un musicista colto come Fabrizio Spaggiari, reggiano classe 1970, concertista e compositore noto a livello internazionale, abbia voluto saggiare la propria abilità ridando vita a numerosi classici attraverso la tastiera del pianoforte.
Il progetto “Cartoni”
Pienamente inserito nella tipologia dei Seventies, Fabrizio scopre quasi per caso un’alchimia fra la cultura alta cui ha dedicato anni di studio e i ricordi d’infanzia: in occasione di un evento presso il museo “WOW Spazio Fumetto” di Milano, ripropone per gioco alcune sigle celebri e si accorge di quante persone – come lui – si emozionino ancora.
L’idea di farne un album è pressocchè immediata: il progetto di primo acchito sembra assolutamente eccentrico, ma il riscontro del pubblico è interessante e non può essere sottovalutato: Fabrizio registra così anche delle esibizioni che posta sul proprio canale Youtube, il quale cresce e viene consultato con assiduità persino all’estero; le stesse tracce mp3, a disposizione su diverse piattaforme digitali, confermano il fenomeno.
Fabrizio ci racconta che si tratta di tutto fuorchè di canzonette: da un punto di vista tecnico sono esecuzioni complesse, difficili tecnicamente, alcune veri e propri capolavori per quanto concerne linea melodica e l’arrangiamento (si pensi ad esempio alla celebre “Fisarmonica” di Lupin III).
Non per nulla in quella fucina creativa furono coinvolti personaggi di primo piano del mondo musicale italiano, tra i quali Vince Tempera: direttore d’orchestra e arrangiatore, egli fu autore di sigle quali Goldrake, Ape Maia, Capitan Harlock, Daitan III, Hello Spank, Remì le sue avventure, Anna dai capelli rossi e, soprattutto, Ufo Robot (capace di vendere oltre un milione di copie). Fenomeni discografici più che canzoni, impresse in maniera indelebile nell’immaginario collettivo e pertanto moderne e attualissime.
Fabrizio si dice entusiasta del progetto perché lo vive come qualcosa di “non esclusivo”, bensì come un’emozione condivisa con il proprio pubblico: al momento le sigle (tutte arrangiate “ad orecchio” in quanto non esistono partiture ufficiali, ci tiene a precisare) sono una quindicina, ma è sua intenzione quella di allargare il repertorio.
Natale si avvicina…
Fabrizio ha deciso di omaggiare i lettori del sito Senex e tutti gli altri appassionati dando loro la possibilità di saggiare l’ascolto delle proprie esecuzioni: per farlo è sufficiente consultare la pagina Google Play dedicata a “The Piano Meets the Anime of the 70’s and 80’s” (o, in alternativa, quella ospitata su ITunes). Da questi stessi link sono acquistabili le singole tracce o l’intero album, che potrebbero anche rappresentare un dono molto gradito in vista delle festività natalizie ormai imminenti.
Congedandoci lo ringraziamo per aver riportato a galla un pezzetto di noi nascosto nelle pieghe della vita, e col quale ci ha saputo regalare alcuni minuti di malinconia.
SENEX infatti
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