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TOR e il Deep Web: come navigare nelle «Dark Net»

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Di recente abbiamo pubblicato un articolo in cui si presentava un plugin per Firefox e Chrome capace di mascherare la nostra identità: l’intento era più che altro quello di rendere consapevole l’internauta non particolarmente “smanettone” di quanto ci si esponga quando si naviga in Rete.

Oggi è nostra intenzione approfondire l’argomento, presentando ciò che davvero rappresenta l’avanguardia per una navigazione più “accorta”: TOR.

The Onion Router (TOR)

Il progetto TOR nasce negli anni ’90 per proteggere le comunicazioni dei servizi segreti USA: TOR rende infatti molto più complesso tracciare la navigazione in Rete, e in questo modo viene maggiormente tutelata la privacy degli utenti.

Acronimo di “The Onion Router” (il router “a cipolla”), esso protegge i propri utilizzatori attraverso una rete che rende anonimo il traffico in uscita: i dati infatti non transitano direttamente dal client al server, ma passano attraverso nodi che “costruiscono” un circuito virtuale crittografato a strati (da qui il termine “onion”, cipolla); in questo modo nessun “malintenzionato” può conoscere l’origine o la destinazione della connessione.

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Sebbene pensato per la navigazione client, TOR fornisce anonimato anche lato server: in parole povere, anche un sito web può essere ospitato in modo totalmente anoninimo.

I domini della rete TOR hanno estensione .onion, ma vi sono altri domini “speciali” (come .local, .localhost, .example, .invalid, .test) che ICANN – l’ente incaricato di gestire l’attribuzione degli indirizzi IP a livello mondiale – non può assegnare e che risultano inaccessibili dalla Rete “pubblica”.

Come installare e usare TOR

TOR Browser è un programma gratuito che si può scaricare da qui ed è anche “portable” (può essere cioè “usato” da chiavetta USB, a garanzia di una maggiore sicurezza): sviluppato partendo dal notissimo Mozilla Firefox, TOR blocca di default il funzionamento di alcuni software che potrebbero compromettere la riservatezza degli utenti (quali Java, Flash, RealPlayer, Quicktime).

Dopo averlo scaricato e scompattato nella directory preferita si può finalmente accedere alla homepage…

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La navigazione anonima

Una volta caricato il sito di nostro interessa possiamo facilmente controllare il “circuito” che è stato creato per la navigazione (è sufficiente cliccare sul lucchetto in altro a sinistra): qui si potranno stabilire parametri di sicurezza e privacy personali, richiedere un nuovo circuito (si vedano ad esempio le due schermate qui sotto) o una “identità” totalmente nuova.

Identità assegnata all’apertura del browser

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Identità dopo aver richiesto un “cambio di circuito”

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La navigazione anonima che ci garantisce TOR non è ovviamente molto ben vista da Google e da tutte quelle realtà che monetizzano la conoscenza dei nostri dati e delle nostre preferenze: può succedere quindi di imbattersi in una sorta di “controllo” in cui – tramite reCAPTCHA – viene chiesto di dimostrare di non essere un robot.

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“Deep Web” e “Dark Web”

Da ormai diverso tempo si sente parlare di “Deep Web”: “deep” perchè profondo, sommerso, raccoglie tutte le risorse non indicizzata dai motori di ricerca tradizionali come Google o Bing (secondo alcune ricerche meno dell’1% dei documenti presenti in Rete è catalogato dai server di Mountain View).

All’interno di questo si nasconde il cosiddetto “Dark Web”: esso giace su reti parallele chiamate “Dark Net” e talvolta viene usato per attività illegali (dal commercio di armi alla pedopornografia, dalla vendita di droghe – il celebre “Silk Road” – alle truffe più disparate).

Ora con i lettori vogliamo essere del tutto onesti: stiamo per indicarvi come accedervi, ma a parte la “vetrina” abbiamo deciso di non esplorarlo in alcun modo. L’idea di sconfinare nell’illecito non ci interessa: ci muove piuttosto il desiderio di conoscere ciò che non fa parte del circuito “mainstream”.

Ciascuno di voi si senta dunque totalmente responsabile delle scelte che farà decidendo di addentrarsi o meno in questo “universo alternativo”.

DISCLAIMER

Questo articolo è pubblicato a scopo informativo e didattico “così com’è” (“As is”): il sito senex.it e l’autore non possono essere in alcun modo ritenuti responsabili per qualsiasi conseguenza scaturita dall’utilizzo delle informazioni qui contenute. Il lettore è l’unico responsabile delle proprie azioni: continuando a leggere dichiara implicitamente di aver capito e accettato tali condizioni.

Vi segnaliamo dunque l’alter ego “proibito” di Google e la pagina Wiki che ne raccoglie tutti i principali indirizzi: ricordatevi che per accedere occorre usare TOR, perchè cliccando sui link da un qualunque altro browser si otterrà solo un messaggio di errore.

TOR su cellulare

Prima di concludere l’articolo, desideriamo segnalarvi l’esistenza di app che permettono di sfruttare la rete TOR anche da dispositivi mobile: è sufficiente recarsi su Google Play Store, digitare “Tor Browser Android”.

Il primo software da menzionare è ovviamente la versione ufficiale android di Tor, ma non possiamo dimenticare Orbot, vero e proprio browser Android che maschera l’IP Address e permette la navigazione anonima.

Uno spunto positivo

Come si diceva all’inizio, la rete TOR ha anche molte sfaccettature positive: può essere utile a tutte quelle persone che vivono in regimi autoritari per sfuggire alle maglie della censura, o più semplicemente aiutare chi desidera un po’ di privacy.

Va detto quindi, in ultimo, che ciascuno può decidere di contribuire alla crescita di TOR mettendo a disposizione parte della propria “banda”: la rete è infatti gestita da volontari sparsi per il mondo, e più grande sarà il numero delle persone coinvolte maggiore risulterà la difficoltà di “scardinare” il sistema.

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    1. Wienerwald

      Very interesting article, but… there will always be seedy goings on, so, why should the Net be any different?

      [Articolo molto interessante, ma… ci saranno sempre cattive intenzioni, quindi perché la Rete dovrebbe essere diversa?]

    2. Alex

      …mi avete aperto un mondo!!!

      • senex

        La cosa ci fa molto piacere Alex, ma le raccomandiamo di usare sempre lo strumento con grande attenzione perché – anche se non sembra – nasconde numerose insidie.

        Saluti.

    3. C.P.

      Leggevo l’articolo e mi sono venuti in mente la Turchia e agli altri paesi in cui non c’è libertà di espressione: spero tutti possano imparare quanto prima ad aggirare ogni censura governativa.

      I was reading this article when Turkey and other countries with no freedom came to my mind: I hope everyone can learn the way to get around government censorship as soon as possible.

      C.P.

    4. Christian

      Mi sembra che Bing funzioni senza i noiosi RECAPTCHA di Google: se non si vuole usare Duckduckgo secondo me può essere la scelta migliore.

      Complimenti per l’articolo. Christian

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