SEGUICI SU FACEBOOK!
Ti sei perso i nostri ultimi post?
- I libri più letti e venduti in Italia (Classifica Best Seller)
- Lista Server eMule Gennaio 2025 (Aggiornamento)
- Accredito NASpI Gennaio 2025: data pagamento liquidità
- Ritardo pagamenti sussidio Naspi: possibili soluzioni
- FreeFileSync e l’importanza di un backup regolare dell’hard disk
Negli Stati Uniti si è percepita una sorta di “febbre” come non succedeva da tempo: stiamo parlando di Pokèmon Go, nuovissima app rilasciata per i dispositivi mobile dalla Niantic.
Ideato sulla base dell’omonimo “anime” giapponese, il gioco ha letteralmente fatto impazzire gli americani: da una ricerca è emerso che la gente passa più tempo girovagando alla ricerca di Pokémon di quanto ne trascorra su Facebook e Snapchat; decine di milioni di download e moltissimi individui quasi inebetiti nel seguire ossequiosamente le indicazioni che li fanno muovere nel mondo reale: sì, perchè Pokèmon Go si basa sul concetto di “realtà aumentata” (da non confondersi con la “realtà virtuale”), sicchè quando il giocatore si sposta il personaggio sulla mappa ne segue i movimenti.
Come si gioca a Pokèmon Go
Ma qual è lo scopo del gioco? Vagando in questa realtà “alternativa”, ogni tanto sullo smartphone comparirà un Pokémon che il giocatore tenterà di prendere: l’obiettivo è infatti “catturarne” il maggior numero possibile.
Sulla pagina di Google Play da cui si può scaricare il gioco si legge testualmente: “Non perdere tempo, mettiti le scarpe, esci ed esplora il mondo! Scopri e cattura i Pokémon che ti circondano: il tuo smartphone vibra quando c’è un Pokémon nelle vicinanze! Prendi la mira e lancia una Poké Ball!”
All’inizio si tratta di scegliere un personaggio tra i tre proposti: Bulbasaur, Charmander e Squirtle; come già detto, si possono catturare Pokémon “selvatici” – che si trovano sparsi per il mondo – o affrontare quelli degli altri players all’interno delle “palestre”. Giocando e salendo di livello si avrà l’opportunità di prendere possesso di Pokemon sempre più potenti, fino a completare il cosiddetto “Pokédex”.
Come si vince: trucchi e app basate sul crowd sourcing
Appena rilasciato il gioco, hanno subito cominciato a trapelare alcuni trucchi/accorgimenti (ve li elenchiamo qui sotto):
- I personaggi da scegliere prima di iniziare, come appena accennato, sono tre: Bulbasaur, Charmander e Squirtle. Esiste però un modo molto semplice per ottenere Pikachu, il più famoso tra tutti i Pokèmon: occorre “sbagliare” volutamente la cattura di uno starter per tre volte di fila, e alla quarta sarà consentito selezionare anche Pikachu.
- E’ importante muoversi in lungo e in largo: i Pokémon sono ovunque, e più andrete in giro maggiori saranno le possibilità di catturarne uno; a tal proposito si può acquistare anche il “Pokèmon GO Plus”, un braccialetto che consente di catturare i Pokèmon senza dover usare il cellulare. L’indicazione più accreditata suggerisce di lanciare la Pokè Ball esattamente nel momento in cui il Pokémon viene inquadrato da un cerchietto verde.
- Altro accorgimento è quello di prendere i Pokèmon senza utilizzare la fotocamera: sarà certo meno coinvolgente, ma rende la cattura più semplice (sulla mappa “virtuale” il Pokémon tendenzialmente rimane posizionato al centro dello schermo).
- E’ importante anche non sbagliare troppi lanci, così da evitare di rimanere senza Pokè Ball: in caso contrario si potrà farne scorta usando i mezzi pubblici (e lasciando la fotocamera accesa quando si passa davanti ad un Pokèstop) oppure utilizzando le monete presenti nel gioco (queste vanno acquistate all’interno dell’applicazione, pagandole ovviamente con “moneta reale”).
- Imprigionare il maggior numero di Pokèmon della stessa specie del vostro, così da ottenere le “candy” per farlo evolvere velocemente.
- Far allenare il proprio Pokèmon in una “palestra” – confrontandosi magari con quello di un amico – così da guadagnare “punti esperienza”.
A testimonianza della grandissima popolarità del gioco va detto che fra le dieci app più scaricate nel Google Store ci sono in questo momento due programmi che aiutano i giocatori di Pokèmon Go: Poke Radar e Helper for Pokémon Go, entrambi sviluppati da produttori che nulla hanno a che vedere con Niantic.
La logica che sta alla base di entrambi fa riferimento al cosiddetto “crowd sourcing”: in pratica, gli utenti registrati segnalano i luoghi in cui hanno trovato un Pokémon, e in questo modo altri players possono cercarli in maniera più mirata, senza girovagare totalmente a caso.
Come funzionano le mappe?
Sembra che il gioco – sviluppato partendo dall’illustre precedente Ingress – utilizzi le mappe di Google, ma su questo argomento i responsabili di Niantic hanno preferito trincerarsi dietro un sibillino “no comment”.
In ogni caso, i Pokèmon compaiono a tutti i giocatori nello stesso posto: ciò significa che se un “mostriciattolo” si trova di fronte all’ingresso del Duomo di Milano, ogni giocatore lo visualizzerà proprio in quel punto; dopo un certo lasso di tempo (indicativamente qualche decina di minuti) il Pokèmon si sposterà altrove scomparendo dalla mappa di ciascuno.
Ovviamente lo sforzo informatico per gestire una tale quantità di dati ha spiazzato persino Niantic che, sicuramente entusiasta dei risultati raggiunti, si è però trovata ad affrontare difficoltà tecniche inattese: da quando il numero dei download è aumentato a dismisura, molti utenti hanno avuto persino difficoltà nel logarsi al gioco, ricevendo spesso messaggi di errore che indicavano generici “problemi ai server”.
Le questioni “legali”
Il primo obiettivo di Niantic è stato quello di garantire che i PokéStop fossero posti in luoghi accessibili a piedi, con facilità e – soprattutto – in sicurezza. Nonostante tale accortezza, la passione che ha coinvolto una buona fetta dei giocatori ha preso sopravvento: negli USA è infatti capitato che qualcuno “incidentasse” con l’automobile, oppure che altri – dopo essersi addentrati “a caccia” in luoghi poco sicuri – venissero aggrediti e rapinati da gang appostate per l’occasione.
Per non saper nè leggere nè scrivere, Niantic ha voluto blindare la propria posizione rispetto a tutte le possibili questioni legali: nel documento di quasi 50 mila battute che si deve approvare prima di procedere con il download dell’applicazione si trovano dettagli tutt’altro che secondari, tra i quali una clausola che proibisce all’utente di portare in tribunale la società (neppure all’interno di una class action).
Senza dimenticare che, installando Pokèmon Go, si accetta di concedere l’accesso a molti dati riservati quali contatti e posizione, indirizzo IP, tipologia di browser, sistema operativo e, ovviamente, alla fotocamera dello smartphone; l’azienda scrupolosamente informa che questi dati “saranno conservati anche dopo aver proceduto a disinstallare il gioco per un tempo commercialmente ragionevole”. L’unico appiglio per gli utenti rimane quello di scrivere entro trenta giorni dal download all’indirizzo termsofservice@nianticlabs.com, evidenziando le ragioni del proprio malcontento.
Nell’attesa di sapere come andrà a finire tale mania, non stupitevi troppo se quest’estate vedrete orde di ragazzini (ma non solo!) scorrazzare in giro per le strade alla ricerca dei fantomatici pupazzetti (invisibili agli occhi dei comuni mortali).
SENEX
© Senex 2016 – Riproduzione riservata
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER (procedendo si considera accettata l’“Informativa sulla Privacy”).
Una “febbre” come non succedeva da tempo: stiamo parlando di Pokèmon Go, nuovissima app rilasciata per i dispositivi mobile dalla Niantic.
Lascia una risposta